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Allergie alimentari nei bambini, come comportarsi
Negli ultimi decenni le allergie alimentari sono state un tema preso in seria considerazione dai pediatri, infatti si pensava che la percentuale dei bambini che riscontravano questi problemi fosse in forte aumento. Fortunatamente, secondo vari studi effettuati al riguardo, si è potuto constatare che i dati non sono poi cosi allarmanti perché attualmente solo il 3% della popolazione infantile è interessata da questi disturbi alimentari e soltanto l'1% presenta sintomi gravi. Secondo gli esperti, la situazione era invariata anche negli anni precedenti, il che screditerebbe l'ipotesi circa aumento delle allergie alimentari.
Ancora oggi non si è scoperta la vera causa delle allergie che colpiscono i bambini, l'unica cosa che si sa con certezza è che quando vengono ingeriti determinati cibi il corpo reagisce in maniera anomala scatenando vari disturbi e tra i più comuni troviamo un sostanziale malessere generale, gonfiore in varie parti del corpo e diarrea.
Gli alimenti che creano maggiori problemi sono in genere il latte, le uova, la frutta secca e il pesce, ma si vuole essere proprio sicuri, è bene portare i bambini a fare dei test dall'allergologo.
Ci sono vari metodi per capire se si è allergici ad un determinato alimento, il test più comune è quello eseguito direttamente sulla cute: in pratica, vengono poste a contatto con la pelle le varie sostanze che si pensa possano dare dei problemi al bambino e in caso la parte a contatto con la sostanza si gonfia o subisce un arrossamento, si scopre l'alimento che crea i disturbi.
In caso sussistano ancora dubbi o incertezze, allora si eseguono determinati test tramite le analisi del sangue. Il problema delle allergie alimentari è un tema molto discusso e a tal proposito ci sono varie scuole di pensiero, a volte in contrasto tra loro.
Alcuni pensano che per i primi 12 mesi di vita sia bene evitare determinati cibi, come uova, pomodoro e pesce, invece altri hanno messo in discussione questa teoria e sono convinti del contrario. Ultimamente, infatti, sono in tanti a sostenere che l'introduzione di questi alimenti, considerati i maggiori allergeni, debbano essere introdotti nell'alimentazione il più presto possibile, in modo che il corpo possa tollerarli sin da subito con una maggior facilità.
In passato, in caso di intolleranza ad un certo alimento, molti specialisti del settore consigliavano di eliminarlo totalmente dalla propria alimentazione, per inserirlo nuovamente magari dopo un lungo periodo, oggi invece sono in tanti a sconsigliarlo; infatti, se il bambino non ha dei problemi gravi con un determinato alimento, non deve sospenderlo, ma deve continuare a mangiarlo in maniera costante in piccole quantità.
Chiaramente si sconsiglia il fai da te, in caso di intolleranze alimentari è bene farsi seguire sempre e comunque da uno specialista, che seguirà i bambini nel modo migliore e senza rischi per la loro salute, anche perché, nei casi più gravi di allergie alimentari, si può incorrere in shock anafilattici che possono essere molto rischiosi per la vita dei bambini, anche se, fortunatamente, queste reazioni sono abbastanza rare.
L'alimento che crea con maggior frequenza uno shock anafilattico è l'arachide, un'allergia che in molti casi può persistere per tutta la vita.
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