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"Da consumarsi preferibilmente entro il" e "Scade il" indicano la stessa cosa?
"Da consumarsi preferibilmente entro il" e "Scade il" (oppure "Da consumarsi entro il") indicano la stessa cosa? Leggendo l'etichetta possiamo avere qualche dubbio sulla scadenza degli alimenti. Dalla pasta ai lievitati, ma anche sui dolci, sugli insaccati, sui latticini, sulla carne, sul pesce, una delle indicazioni sicuramente riportate sulle confezioni è proprio la data di scadenza, una data che ci garantisce la bontà dell'alimento, ovviamente se correttamente conservato e confezionato.
Ma qual è la distinzione tra le due diciture? Quando non è più consigliabile consumare un alimento?
Quando ad essere riportata è la dicitura 'Scade il' oppure 'Da consumarsi entro il', ci viene indicato di non consumare l'alimento oltre la data indicata a causa della proliferazione di batteri. Generalmente questa data è riportata sui latticini molli e formaggi poco stagionati, sulla carne, sulla pasta fresca, sul pane e altri lievitati, ecc.
Invece, quando leggiamo la dicitura 'Da consumarsi preferibilmente entro il' significa che la fata di scadenza è un consiglio per poter gustare al meglio l'alimento in questione senza che questo sia peggiorato. In altre parole, oltre quella data l'alimento è comunque commestibile per ancora un certo periodo di tempo, ma le proprietà organolettiche, come ad esempio l'aroma, il sapore e il colore, potrebbero essere diverse, come anche alcuni elementi nutritivi. Consumare un alimento oltre la data preferibilmente consigliata, quindi, non ci fa correre rischi per la nostra salute. Generalmente questa data è riportata sulla pasta secca, sul riso, sui prodotti in scatola, sui legumi, sui salumi, sui formaggi a lungo stagionati, ecc.
Con quali regole vengono impostate le date di scadenza?
- Per i prodotti che scadono entro 3 mesi, viene indicato il giorno, il mese e l'anno di scadenza del prodotto.
- Per i prodotti che scadono nel periodo compreso tra i 3 e i 18 mesi successivi, vengono indicati solo il mese e l'anno di scadenza;
- Per i prodotti che scadono oltre i 18 mesi viene indicato solo l'anno di scadenza dell'alimento.
Tutti i prodotti alimentari hanno una scadenza?
No, prodotti come aceto, vino, sale, zucchero, pane fresco, alcolici e frutta e verdura fresca non confezionati non hanno l'obbligo di indicazione della data di scadenza.
A questo punto può sorgere un dubbio: quanti giorni possono passare, al massimo, dopo la data preferibilmente consigliata?
Deve essere un tempo ragionevole, anche da rapportarsi all'alimento in questione: più lungo era il tempo minimo prima che l'alimento scadesse, più lungo è il margine di tolleranza. Tuttavia, prima di consumare ogni alimento, è bene osservare la confezione e lo stato dell'alimento, anche quando non dovesse essere ancora scaduto: in casi di confezioni aperte o comunque non sigillate perfettamente, la presenza di muffe, rigonfiamenti della confezione, variazioni di colore oppure odori che generalmente non appartengono al prodotto, indicano che il prodotto non è stato correttamente conservato ed è preferibile a questo punto buttarlo, per non correre inutili rischi per la salute.

Sapevate che un terzo del cibo prodotto in un anno viene buttato? Non si tratta solo della merce avanzata sugli scaffali dei supermercati, o di quella che sugli scaffali nemmeno ci è mai arrivata, purtroppo generalmente si tratta anche di prodotti acquistati in grandi quantità e che finiscono dimenticati nei nostri frigoriferi, a cui si aggiunge una scorretta comprensione delle etichette, per cui vengono buttati anche prodotti ancora commestibili. Un spreco alimentare su cui di dovrebbe riflettere, soprattutto considerato che sul nostri pianeta sono distribuiti oltre 815 milioni di persone che soffrono la fame, l'11% della popolazione mondiale.
Nel 2013 in Grecia, in seguito alla crisi economica, a partire dal 1 settembre è diventato legale vendere, sugli scaffali di supermercati, alimenti a lunga conservazione già scaduti, e parliamo di alimenti come pasta secca, latte a lunga conservazione, olio e altro. Obiettivo era vendere i prodotti alimentari ad un prezzo molto più contenuto, all'incirca dimezzato, una forma di aiuto per tutte quelle famiglie in crisi economica che non potevano più permettersi di fare la spesa. Ciò, più che indignarci, perché non vuole essere un atto che lede la salute dei cittadini, ci dovrebbe far riflettere su un altro aspetto, e cioè che dovremmo riflettere di più sulle date di scadenza prima di buttare via il cibo d'impulso.
Come è possibile limitare lo spreco di cibo scaduto? Fare la spesa in modo oculato e senza eccedere è il primo passo per ridurre tale spreco, prestando attenzione soprattutto a tutti quegli alimenti che, come abbiamo letto sopra, presentano una data di scadenza ravvicinata e tassativa. Prima di fare la spesa, quindi , potrebbe essere utile fare una lista dei prodotti che si intendono consumare in settimana o nei giorni immediatamente successivi, stando soprattutto attenti alle date di scadenza degli alimenti che si intendono consumare più in là nel tempo. Infine, occorre prestate attenzione a prodotti come frutta e verdura, che non hanno una data di scadenza, ma vanno comunque consumati entro pochi giorni.
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