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Fumare in gravidanza, danni per il bambino
E' possibile Fumare in gravidanza? Ecco quali sono i danni per il bambino se si fuma in gravidanza e quali sono i risultati delle ricerche effettuate.
Durante la gravidanza è sconsigliato fumare perché, con il fumo, i rischi di cancro per il feto aumentano: è stato confermato che i bambini di madri fumatrici hanno un maggior rischio di ammalarsi di cancro al naso, cancro ai reni e cancro alla vescica. Inoltre, a causa del fumo passivo, i figli di padri fumatori sono più soggetti al cancro al naso.
E' stato confermato che se un genitore smette di fumare protegge il proprio bambino anche dai rischi di nascere prematuramente; infatti, secondo una stima effettuata, è stato appreso che un bambino su sette, avente una madre fumatrice, nasce prematuro, quindi, considerando i dati di madri fumatrici, circa il 15% delle nascite premature è dovuto al fumo passivo che il feto riceve durante la gravidanza.

Inoltre, se una donna in gravidanza fuma due pacchetti da venti sigarette al giorno, il fumo contribuisce al distacco della placenta e in questo modo vi sarebbe la morte del feto. Quindi il rischio del distacco della placenta è maggiore rispetto a donne incinte che non fumano. E' stato anche confermato che il 20% delle morti bianche e il 25% delle morti fetali si potrebbero evitare eliminando il fumo dalla dodicesima settimana di gravidanza.
Ovviamente questo non significa che è permesso fumare durante il primo trimestre della gestazione, proprio perché le sostanze presenti nella sigaretta e la nicotina danneggiano gravemente gli organi del feto in via di sviluppo. Infatti il feto ha una sensibilità maggiore all'effetto deleterio del fumo di tabacco, proprio perché i suoi organi non sono già maturi come nell'adulto, ma si devono ancora sviluppare completamente.
Per di più, possiamo affermare che anche la disintossicazione da tali sostanze è più problematica, in quanto nel feto il complesso enzimatico necessario non è ancora sviluppato del tutto. Oltre ciò, i bambini esposti al fumo di tabacco già durante la gravidanza, soffriranno probabilmente in futuro di dipendenza da nicotina, e quindi, crescendo, potrebbero diventare fumatori incalliti. Non solo, i figli delle madri fumatrici hanno anche maggior rischio di sviluppare, da bambini e da giovani, sovrappeso e obesità.
A causa del fumo passivo che il feto subisce, il rischio di avere un labbro leporino è maggiore se la madre incinta arriva a fumare ben 10 sigarette in un solo giorno (labbro leporino, ossia cheiloschisi / labioschisi, una malformazione congenita che si presenta come una incisura di varia gravità sul labbro superiore del neonato e che è dovuta ad un'anomalia di sviluppo).
La nicotina durante la gravidanza è pericolosa anche perché riduce il flusso sanguigno nella placenta: in tal modo i tessuti del piccolo vengono irrorati di meno rispetto alle madri non fumatrici, causando un ritardo nella crescita ed un limitato aumento di peso. I figli di madri fumatrici presentano un'altezza limitata, un peso minore di 200 grammi rispetto al normale e la circonferenza del cranio è più piccola. In poche parole, se una donna fumatrice durante la gestazione arriva a fumare cinque sigarette al giorno, molto probabilmente il peso del bambino sarà inferiore di ben 150 grammi rispetto al figlio di una madre non fumatrice. Invece, se fuma più di venti sigarette al giorno il peso sarà inferiore di 350 grammi.
Gli altri problemi causati dal fumo durante la gravidanza sono quelli che riguardano lo sviluppo polmonare dei bambini: se la donna fuma in gravidanza, la funzionalità dei polmoni si riduce. Inoltre, tutti i feti, i neonati e i bambini di pochi anni se esposti al fumo di sigaretta soffrono di più di disturbi delle vie respiratorie rispetto agli altri bambini.

Un altro grave problema che possono riscontrare i bambini di madri fumatrici è il danneggiamento delle cellule. Di fatti, le sostanze letali che sono presenti nel tabacco, hanno la capacità di oltrepassare la placenta e di espandersi nella circolazione sanguigna del feto. Ad esempio, il monossido di carbonio blocca la capacità di trasportare l'ossigeno nel sangue, in questo modo è a rischio l'apporto di ossigeno al bambino.
Tra i vari rischi che il feto corre in gravidanza a causa del fumo di tabacco vi sono anche le allergie e il fumo di sigaretta favorisce le allergie addirittura anche per diverse generazioni. Inoltre, i nipoti di una nonna fumatrice presentano un elevato rischio di poter sviluppare diverse allergie rispetto a dei bambini che presentano alle spalle una famiglia non fumatrice.
Il Professor John Warner, dell'Università di Southampton, durante il Congresso mondiale sulle allergie, ha avuto la possibilità di incontrare ed intervistare i genitori di 908 bambini. Dalle risposte è scaturito che i nipoti di nonni fumatori presentavano problemi legati al fumo anche se non erano mai stati in contatto con i nonni fumatori. Il Professor Warner ha spiegato che se una donna incinta fuma, probabilmente danneggia il patrimonio genetico degli ovuli nel feto di sesso femminile. Quindi, dagli ovuli danneggiati dal fumo potrebbero nascere bambini con una maggiore predisposizione alle allergie.
Un altro problema causato dal fumo durante la gravidanza, riguarda i problemi psichici del bambino: secondo uno studio condotto su 362 bambini, è emerso che i figli di madri fumatrici, che sono stati sottoposti a diverse visite dalla loro nascita fino all'adolescenza, presentavano scarsi risultati scolastici ed avevano maggiori disturbi caratteriali rispetto ai bambini di madri non fumatrici. Inoltre, i bambini che erano stati esposti al fumo, presentavano maggiore distrazione, iperattività ed impulsività. Quindi si può affermare che, durante la gravidanza e a causa del fumo, il rischio di disturbo dell'attenzione è maggiore nei bambini di genitori fumatori rispetto agli altri bambini non esposti al fumo di tabacco. Di fatti, la nicotina danneggia gravemente i ricettori che sono presenti nel cervello del feto, che è ancora in via di sviluppo, apportando un maggior rischio di disturbi comportamentali dei bambini e dei giovani, come per esempio l'ADHD, ovvero la sindrome della mancanza di attenzione (disturbo da deficit d'attenzione e iperattività).
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