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OGM, cosa sono, pro e contro

Gli OGM sono letteralmente degli Organismi Geneticamente Modificati attraverso l'uso dell'ingegneria genetica. Più esattamente, per definizione, un Organismo Geneticamente Modificato (OGM) è un organismo, diverso da un essere umano, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto si verifica in natura mediante accoppiamento o incrocio o con la ricombinazione genetica naturale. (cit. del Decreto Legislativo 8 Luglio 2003, n. 224 art.3.).

Gli scienziati modificano il DNA dell'alimento in questione con geni provenienti da fonti utili. Le fonti utili sono alimenti, piante, batteri o virus dai quali si preleva un particolare gene che verrà impiantato nell'alimento oggetto della ricerca, al fine di donargli una nuova caratteristica, una maggiore resistenza a parassiti, allo stress e ai diserbanti.

Spiegandolo con un esempio, se vogliamo coltivare il mais e sappiamo che è attaccato da un batterio, che chiameremo A, estraiamo dal batterio A un suo gene e lo impiantiamo nel mais, il quale quindi svilupperà una resistenza a questo batterio e non avrà bisogno di pesticidi.

OGM 1

I paesi leader nella produzione di alimenti OGM

Nel mondo ci sono 4 paesi leader nella produzione di alimenti OGM: gli Stati Uniti, che sono i principali produttori, poi c'è l'Argentina, seguita dal vicino Canada e dalla Cina. Il resto del mondo coltiva già soia e colza principalmente, ma anche riso, patate, zucchini, papaia, bietola, pomodoro, radicchio geneticamente modificati, a cui si affiancano tabacco, fiori e lino geneticamente modificati.

In Europa si possono commercializzare mais, soia, colza, cotone e barbabietola da zucchero geneticamente modificati. I soli alimenti OGM che per le legge sono coltivabili all'interno dell'Unione europea a scopo commerciale sono il mais MON810 (prodotto e commercializzato dalla Monsanto) e la patata da fecola Amflora (prodotta e commercializzata dalla Basf). Ad ogni modo si stima che la produzione di alimenti OGM sia in calo.

L'Italia ha cercato il più possibile di ostacolare l'introduzione degli OGM nel territorio nazionale, anche con decreti mirati e cercando di vietare le sperimentazioni. In origine, quindi, in Italia non esisteva una coltivazione commerciale di OGM e solo successivamente sono stati permessi campi sperimentali con apposita autorizzazione.

OGM

Tuttavia, l'Italia non è riuscita a mantenere tale proposito, come nel caso del mais MON810, a cui la stampa ha dato ampio risalto, e questo perché l'Italia, all'interno dell'Unione Europea, non può esimersi dalle regolamentazioni imposte anche agli altri stati comunitari. Pertanto, in Italia non sono più vietate né sperimentazioni né ricerche scientifiche sugli OGM.
In tutta Europa è prevista l'indicazione in etichetta su tutti i cibi e mangimi che presentano OGM autorizzati in misura superiore allo 0,9% per i cibi e 0,5% per i mangimi. In Italia non sono ammessi OGM, nemmeno in tracce, negli alimenti destinati alle gestanti, ai neonati e ai bambini.

Lo scopo delle ricerche, perché creare e produrre gli OGM

Lo scopo degli scienziati nella creazione e produzione di alimenti OGM è quello di produrre dei cibi che possano risolvere situazioni come quelle in Africa, in cui l'alimento coltivato è in grado di resistere a condizioni estreme o alla presenza di insetti.

Inoltre, si ha l'obiettivo, come abbiamo già detto, di diminuire le quantità di pesticidi, insetticidi e fitofarmaci alle quali le colture sono sottoposte.

Purtroppo, solo osservandolo è impossibile riconoscere un alimento OGM da uno tradizionale, in quanto quello che si va a modificare non è l'aspetto ma una o più caratteristiche genetiche che rendono l'alimento nuovo. Ovviamente la modificazione genetica segue dei criteri ben precisi: non è mirata alla creazione di nuovi alimenti o nuove piante, ma a migliorare quelle esistenti.

Pro e contro degli alimenti OGM

Ad esempio, si pensi ai pomodori, uno dei primi ortaggi sottoposti a modificazione genetica, avvenuta nel 1994.
L'esperimento sui pomodori portò sia un esito positivo, che uno negativo, che bloccò la sperimentazione e l'immissione sul mercato. Avendo una maturazione veloce, che avviene solo nei mesi estivi (con un tempi di conservazione di circa 15 giorni), una modificazione transgenica portava alla conservazione dei pomodori più a lungo (cioè fino 45 giorni, durante i quali i pomodori mantenevano la stessa consistenza), e questo attraverso una diminuzione di due enzimi all'interno della polpa.

OGM

Così facendo, si potevano raccogliere i pomodori quando erano maturi, senza anticipare la raccolta in fase acerba, potendoli distribuire senza il rischio che andassero a male. Ovviamente, il tempo di conservazione più lungo comportava un altro grande vantaggio: il poter ridurre sensibilmente la merce che ogni giorno marciva (a casa come sugli scaffali dei supermercati), il che significava anche minori perdite per le aziende ed un minore impatto ambientale.

L'altra faccia della medaglia fu che questi pomodori contenevano dei geni resistenti agli antibiotici. Se un uomo mangiava questi pomodori e assorbiva il gene, si poteva creare una resistenza agli antibiotici, impedendo così, nel caso di malattie gravi, l'uso di antibiotici.

Come in tutte le situazioni, c'è il rovescio della medaglia: la possibilità di assorbire dei geni che potrebbero cambiare il DNA umano è una probabilità da non eliminare.

Essendo tutto in fase di sperimentazione, si potranno constatare effetti collaterali solo a lungo termine, in quanto nel breve termine non si è verificato alcun problema. Anzi, gli studi stanno continuando e ora si cerca non solo di modificare gli alimenti, ma anche gli animali.

OGM, le ricerche sugli animali

Una delle ultime ricerche effettuate è stata fatta su un maiale. Sono stati modificati dei geni sostituendoli con quelli che producono grassi omega 3, cioè i grassi buoni. Consumando la carne di maiale OGM contenente grassi omega 3 avremo sicuramente un beneficio, in quanto riduciamo la possibilità di colesterolo e di ictus.

Ovviamente il confine da non superare è molto sottile, bisogna fare sempre un'attenta ricerca e capire se è davvero conveniente apportare queste variazioni genetiche al cibo che ingeriamo: assicurarsi che a lungo termine non ci siano conseguenze gravi e che l'alterazione dei geni non si ritorca contro l'uomo.

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